“Aiutati che il ciel ti aiuta” si dice dalle nostre parti per ricordare che dobbiamo darci da fare e non aspettare sempre le soluzioni dagli altri. Forse Sara, la moglie di Abramo, non aveva sentito parlare di quel proverbio, ma le parole che il suo cuore le ispirava di certo quelle le sentiva molto bene.
Da dentro sembrava le venissero queste frasi: “Dobbiamo avere un figlio? Così ci ha promesso Dio? Bene, noi siamo vecchi e, quindi, non se ne parla tanto più che se dobbiamo aspettare l’inseminazione artificiale, ammesso che Dio ne sia contento, dovremmo aspettare più di diecimila anni.
Che devo dire, dunque? Che Dio ci ha detto una bugia? Ma Dio non dice le bugie! Allora è come se ci invitasse ad aprire gli occhi.
Ma sì, ma sì, come ho fatto a non pensarci prima? C’è la legge dalla nostra, quella legge delle nostre parti che dichiara: se un uomo non può avere un figlio dalla moglie, lo abbia dalla sua schiava quella che gli porterà la moglie e poi sia di loro (naturalmente di loro due, della moglie e del marito).”.
“Non sia mai, - disse Abramo a Sara, dopo aver ascoltato la sua proposta - non sia mai, tu sei la mia cara mogliettina!”.
“Ma ti do Agar, quella giovane e bella, l’egiziana...” ribattè Sara.
“E sia, cederò” concluse soddisfatto Abramo mentre si allontanava mano nella mano con la bella Agar.
Litigi, tempeste, ora che Agar aspettava un bimbo era montata in superbia e aveva iniziato a trattare male la padrona... oppure era Sara a essersi fatta gelosa?
Sta di fatto che più montava la sua ira e più si scaricava su Abramo: “dopo che ti ho dato la schiava, quella ora vuol fare la padrona, se non fai qualcosa vedi come ti concio...”.
“Valle a capire queste donne - pensava Abramo - prima ti dicono di fare un figlio con la schiava e poi litigano come due galli nel pollaio. E poi chi ci va di mezzo sono io”.
Come talvolta accade a noi uomini, anche ad Abramo capitò di vedere chiaro il problema facendo, però, finta di non vederlo e come se fosse al di sopra delle parti lasciò fare, lasciò fare. Lasciando fare, lasciando fare si arrivò a un punto da cui non si poteva più tornare ed Abramo, per non avere altri problemi, arrivò a dire a Sara, la moglie: “fa un po’ quel che vuoi...”. Fu così che Sara iniziò a trattare così male la povera Agar da indurla a fuggire col bimbo: fu una notte o fu nel primo mattino arrivò comunque il giorno in cui Agar fuggì lasciando il campo.
Fuggi, fuggi povera Agar, ma non temere qualcuno sta correndo con te ed ora che sei seduta affranta e stanca vicino a una sorgente d’acqua anche Lui si ferma con te, è l’Angelo del Signore lui ti darà la forza di tornare indietro e di sopportare le cattiverie di Sara. Anche Sara nel tempo potrà cambiare e diventare più buona e quanto a te l’Angelo a nome del Signore ti promette un grande futuro: da te nascerà Ismaele e sarà il capostipite degli ismaeliti che sono, poi, gli Arabi.
Capostipite? Chissà cosa vuol dire. C’entrerà con gli stipiti delle porte? Problema grosso, problema di vocabolario...
Fine della sesta puntata...